venerdì 21 agosto 2009

Ucrainizzazione

Trovandomi in ferie a Pescara, mi sono imbattuto casualmente nell’orario dei voli dell’aeroporto abruzzese. Ho scoperto così che le uniche due destinazioni europee extra-UE sono Kiev e Leopoli.

Breve digressione. Insisto nella corretta dizione italiana di queste due città, non Kiyv e L’viv, esattamente come, in italiano, si dice Londra, Parigi, Zurigo, Zagabria, Fiume, non siete andati a London, Paris, Zürich, Zagreb, Rijeka.

Torniamo all’aeroporto. Dunque, Ucraina, ma non Russia. Vengono più ucraini che russi? Gli abruzzesi preferiscono andare in Ucraina piuttosto che in Russia? Probabili entrambe le cose. Soprattutto, perché con l’Ucraina c’è il volo diretto. Le badanti sono soprattutto ucraine? Beh, non vedo frotte di badanti ucraine d’alto bordo solcare i cieli abruzzesi.

I giornali italiani hanno pubblicato un rapporto della svizzera UBS sul costo della vita nei vari Paesi del mondo. Tra le città citate dai giornali, per ovvie ragioni, Roma e Milano, le varie città UE, e poi un po’ di città sparate a casaccio. Gli USA, e anche questo è logico, ma anche Tokyo, Johannesburg, Bogotà, Kuala Lumpur, Manila. E, indovinate? Kiev. Niente Mosca e San Pietroburgo.

Parliamo allora di cifre. In Italia, sono residenti 130 mila ucraini. In Ucraina, risiedono 322 italiani (258 famiglie). In Russia, ne risiedono 1.441 (1.018 famiglie). In compenso, l’Italia esporta 10 ed importa 16 milioni di € dalla Russia. I dati ucraini sono talmente irrisori da non essere presi in considerazione nemmeno dall’ISTAT.

Sia ben chiaro, il mio non è un problema di lesa maestà, di simpatie russe ed antipatie ucraine. Però dalle cifre che ho riportato appare ben evidente cosa sia importante per l’Italia e cosa no. E non è questione di gas.

Ogni tanto, i soliti dilettanti che i giornali italiani inviano a Mosca con la qualifica altisonante di corrispondenti, tirano fuori la solita balla di Mosca città più cara del mondo. Quale occasione migliore, questa del rapporto UBS, per far capire qualcosa al lettore italiano? Macché.

Capita anche a me, talvolta, di sentire italiani, sia stanziali che di passaggio a Mosca, lamentarsi rispettivamente dei 6.000 € di affitto mensile o dei 200 € a testa per cenare. Poi si scopre che parliamo di 120 mq sul Nuovo Arbat, che è come dire via del Corso a Roma o via Manzoni a Milano, e che la cena era nel corrispettivo del Savini… I russi “normali” mangiano a più non posso in trattoria a 30 €, magari anche pasteggiando a vodka, e vivono prevalentemente in bilocali di epoca sovietica da 50 mq, di cui sono quasi tutti proprietari. Personalmente, vivo nelle medesime condizioni, pagando 700 € di affitto.

Nessun commento:

Posta un commento