Ci sono più di 1.000 italiani residenti permanentemente (iscritti all'AIRE) in Russia. Questo portale si propone di diffondere tra loro ogni informazione utile per rendere la Russia più amichevole e l'Italia meno lontana.
Proseguiamo la serie di interviste per Telecountry News con alcuni italiani residenti in Russia, oggi è il turno di Gianguido Breddo, corrispondente consolare per le regioni di Samara e Ul'janovsk.
Se qualcuno vuole condividere questo mio articolo in Facebook, tenete presente che da ottobre 2019 hanno bollato il mio blog come spam. Da allora, periodicamente, gli domando dove abbiano ravvisato alcun indizio di spam, ma loro semplicemente non mi rispondono. Una censura piuttosto sofisticata. Dunque, condividete da qui. Per tutti gli altri social networks, condividete dal blog principale, senza problemi. Per tutti gli altri social networks, condividete dal mio blog principale:
Non posso fornirvi il link cliccabile, i censori fascisti lo bloccano, quindi copiate l'indirizzo qui sopra e incollatelo nel campo ricerca del browser.
Iniziamo una serie di interviste per Telecountry News con alcuni italiani residenti in Russia, oggi è il turno di Pierpaolo Lodigiani, console generale onorario per i distretti federali Meridionale e del Caucaso Settentrionale.
Se qualcuno vuole condividere questo mio articolo in Facebook, tenete presente che da ottobre 2019 hanno bollato il mio blog come spam. Da allora, periodicamente, gli domando dove abbiano ravvisato alcun indizio di spam, ma loro semplicemente non mi rispondono. Una censura piuttosto sofisticata. Dunque, condividete da qui. Per tutti gli altri social networks, condividete dal blog principale, senza problemi. Per tutti gli altri social networks, condividete dal mio blog principale:
Non posso fornirvi il link cliccabile, i censori fascisti lo bloccano, quindi copiate l'indirizzo qui sopra e incollatelo nel campo ricerca del browser.
Iniziamo con una breve cronistoria. Sono presente nel social network Facebook dal 2007, sono dodici anni. Ogni anno, quattro volte all’anno, trimestralmente, vengo bloccato per un mese, in pratica sono presente al 75%. Le ragioni sono le più disparate e le più risibili, recentemente (2019) per aver ricordato (2017) che Puškin era negro (mi rifiuto di definirlo, in italiano o in russo, colorato o abbronzato) e per aver condiviso (2015) un articolo di una rispettabilissima e storica testata sovietica e russa (Izvestija) in cui si stigmatizzava il blocco di numerose testate, funzionari dello Stato, giornalisti, esponenti politici di primo piano, ministri che parlassero di Ucraina.
La redazione "russofona" (???) di Facebook a Dublino
Di tutto questo ho scritto innumerevoli volte nel mio blog principale, http://markbernardini.blogspot.com, e ho poi trovato molte persone che hanno condiviso i miei articoli di denuncia in Facebook. Difficile imbavagliarmi. Evidentemente, lo hanno capito anche i fascistelli delle redazioni italiana e russa di Fasciolibro (giova specificare che entrambe si trovano a Dublino per pagare meno tasse). Hanno quindi ora inventato un nuovo escamotage: non è più possibile condividere alcunché dal mio blog, perché… sarebbe una fonte di spam. Con effetto retroattivo: sono anche sparite tutte le condivisioni di questi anni, come se non fosse mai esistito. Naturalmente, è facile dimostrare che non c’è mai stato alcuno spam, può verificarlo chiunque vada anche adesso nel blog in questione. Ma non è questo il punto.
Il fatto è che anche questa vessazione è poco efficace. Ho altri 5-6 blog, continuerò a pubblicare e condividere in Facebook. Il giorno che dovessero bloccarli tutti, ne aprirei ulteriormente altri, all’infinito. Cosa possono farmi ancora? Glielo suggerisco io, anche se non potranno procurarmi che il fastidio di una puntura di zanzara.
Possono cancellare definitivamente il mio account. Beh, ne aprirei altri sempre all’infinito, ed anche bloccare il mio indirizzo principale di posta elettronica ed il mio cellulare non raggiungerebbe il risultato sperato, giacché ho svariati indirizzi e SIM card. Questo comporterebbe comunque la scomparsa di varie mie pagine e gruppi (uno per tutti, “Italiani di Russia”, esistente dal 2008, con oltre 7.000 iscritti). Solo che sono presente in molti altri social network, per esempio “V Kontakte” (http://vk.com) e “Odnoklassniki” (http://ok.ru), ma non sono gli unici, ed in essi ho già creato le “repliche” dei miei gruppi più importanti in Facebook.
Allora potrebbero bloccare il mio IP. Neanche questo risolverebbe il problema della mia fastidiosa presenza: oltre al Wi-Fi in casa, ho quello del cellulare, e dopo quello basta uscire di casa, Mosca ha il Wi-Fi gratuito in tutto il territorio urbano e sui mezzi pubblici sotterranei e di superficie, poi ci sono tutti i locali, non ce n’è uno che non lo abbia. Finalmente, per mestiere viaggio molto, non sempre mi collego da Mosca e non sempre dalla Russia.
Chiedo quindi a questi smanettoni peticellosi (potrebbero essere miei figli, il dio in cui non credo me ne scampi!) di riservare le loro attenzioni ad obiettivi più nobili, più degni di tale invidiabile costanza, per giustificare i loro stipendi.
Sono abbastanza anziano, sia anagraficamente, sia di residenza a Mosca, da ricordare quando non solo veniva celebrato il 25 aprile (che in Italia è tuttora festa nazionale), ma il 2 giugno veniva celebrato il 2 giugno.
Ed era anche, giustamente, l’occasione per fare incontrare la comunità italiana con quella russa che intrattiene rapporti con l’Italia.
Pian piano, il 25 aprile è stato abrogato (non in Italia), ed il 2 giugno, festa della Repubblica antifascista nata dalla Resistenza, viene celebrato in un qualsiasi altro giorno.
La motivazione addotta era quella di farlo coincidere con un venerdì, per comodità.
Quest’anno, il 2 giugno capita proprio di venerdì, ciò nonostante il ricevimento in Ambasciata viene effettuato mercoledì 7 giugno.
Di più: da qualche anno ne vengono organizzati due, in giorni separati.
Uno per i russi, uno per gli italiani.
31 maggio 2013
Da due anni, usando una pessima formulazione anglofona, è stata introdotta la “no kids policy”.
Ho dovuto quindi spiegare a mia figlia (nel frattempo è più alta di mia moglie ed ha quel che si dice “il seno in fiore”) che, ora che è diventata grande, viene considerata “piccola”, mentre prima no, quando era piccola sul serio.
Naturalmente, questo non si estende ai figli dei numerosi funzionari d’Ambasciata che si sono avvicendati in questi anni.
L’avere manifestato il mio disappunto l’anno scorso comporta che quest’anno io non abbia ricevuto l’invito (un tempo qualunque cittadino italiano entrava mostrando il passaporto, essendo la “festa di tutti gli italiani”).
24 dicembre 2009
Sono stato inserito in un fantomatico elenco delle persone sgradite.
Sono residente (registrato all’AIRE al Consolato) a Mosca dal 2002, proveniente dal Parlamento Europeo a Bruxelles.
Sono noto in tutta la comunità italiana come interprete di simultanea con esperienza quasi quarantennale, apprezzato dai tanti imprenditori, ma anche dal Consiglio d’Europa, con cui tuttora collaboro (dal 2000).
Ero l’interprete di riferimento per l’Ambasciata di tutte le delegazioni ministeriali italiane dal 2005 al 2012, per tutte le missioni imprenditoriali organizzate dall’ICE dal 1992 al 2009 e gli eventi culturali organizzati dall’Istituto Italiano di Cultura dal 2004 al 2009.
Ho fatto parte fino al 2014 della redazione italiana della radio russa di Stato “La voce della Russia” (fino alla chiusura di quest’ultima).
Collaboro dal 2002 e tuttora con l’associazione degli imprenditori italiani GIM Unimpresa, con Confindustria Russia (dal 2015), la Camera di Commercio Italo-Russa (dal 2005) e Banca Intesa (dal 2008).
Sono attualmente un collaboratore scientifico del Centro italo-russo della RANEPA (l’Accademia russa per l’economia nazionale e la pubblica amministrazione), nonché direttore del club italiano in seno a tale Centro.
La domanda sorge spontanea: chi decide e in base a quali algoritmi chi invitare?
Una doverosa precisazione circa le
definizioni di destra e sinistra nella politica russa. Agli albori della perestrojka,
i fautori di Boris El’cin, Egor Gajdar, ecc. venivano definiti “di sinistra”, perché
riformavano il tradizionale ordinamento socialista dell’URSS, e in Occidente i
riformatori sono considerati “di sinistra” per definizione.
Con la dissoluzione
dell’Unione Sovietica, anche in Russia il capitalismo è stato considerato un
regime tradizionale, ed ecco che i sedicenti “riformatori” sono diventati “di
destra”, come tutti i conservatori occidentali: visti i secoli di capitalismo
in Occidente, la destra è quella che difende l’ordine economico costituito, i
valori del mercato, gli interessi dei proprietari privati; la sinistra, ovviamente,
comprende radicali e riformatori comunisti e socialisti.
Da sempre in Italia si
cerca di ascrivere all’estrema sinistra e rivoluzionaria anche il terrorismo
“rosso” (BR, NAP, PL, sono solo le punte dell’iceberg). Un capitolo a parte meriterebbe
il terrorismo “nero” (NAR, Avanguardia Nazionale, Ordine Nero, ecc.), con i
tentativi di appropriarsi delle sigle storicamente comuniste (Ordine Nuovo,
Fronte della Gioventù, Rinascita) ed i loro legami, non solo in Italia ma in
Europa, con l’estrema destra nazista, razzista e populista. Ma qui parliamo di Russia.
In Occidente raramente si osserva una congiuntura tra destra e sinistra estreme,
una commistione tra idee comuniste e nazionaliste, mentre nella Russia odierna le
idee tipo “confiscare e redistribuire”, “la Russia prima di tutto” et similia
le troviamo un po’ ovunque, dai rossobruni (che è già una contraddizione in
termini) del disciolto Partito Nazional-Bolscevico e fino ai Partiti
tradizionalmente d’opposizione, di destra e di sinistra.
Acronimo europeo
Collocazione
Partito europeo
Italiani
PPE
Centrodestra
Partito Popolare Europeo
FI, NCD, UDC, SVP, Popolari
ECR
Centrodestra
Conservatori e Riformisti Europei
CoR
PVE
Centrosinistra
Partito Verde Europeo
Verdi, Vërc de Südtirol
ALDE
Centro
Alleanza Democratici e Liberali per l’Europa
Radicali, Centro Democratico, PRI, Scelta Civica
GUE
Sinistra
Sinistra Unita Europea
Tsipras, PRC, PdCI
S&D
Centrosinistra
Alleanza Progressista Socialisti e Democratici
PD, PSI
ELDD
Destra
Europa Libertà e Democrazia Diretta
M5S
ENL
Estrema Destra
Europa delle Nazioni e della Libertà
Lega Nord
Con quali
formazioni europee sono affini i Partiti russi? Russia Unita con il
centrodestra del Partito Popolare Europeo, quindi con Forza Italia e il Nuovo
Centro Destra. I Verdi con i Verdi, nessuna sensazionalità. I
liberaldemocratici di Žirinovskij con l’estrema destra dell’Europa delle
Nazioni e della Libertà, quindi con la Lega Nord. La Mela (Jabloko) di
Javlinskij con i centristi dell’Alleanza Democratici e Liberali per l’Europa,
quindi con i radicali pannelliani e la Scelta Civica di Monti. I comunisti con
la Sinistra Unita Europea, anche qui nessuna sorpresa, quindi con Tsipras,
Rifondazione e Comunisti Italiani. Finalmente, i socialisti di Mironov con l’Alleanza
Progressista Socialisti e Democratici. Stranamente, nessuno fa riferimento alla
destra dell’Europa della Libertà e della Democrazia Diretta, quindi nessuno sta
con i grillini.
Con questa
premessa, in Russia esistono oltre un centinaio di Partiti. Per poter
partecipare alle elezioni bisogna però registrarsi, e i Partiti registrati sono
77. 75 di questi avevano poi il diritto di presentarsi alle elezioni. Per
esercitare tale diritto, oltre ai Partiti che si sono presentati in quanto
avevano superato lo sbarramento del 5% alle elezioni precedenti (2011, quattro
Partiti), occorreva essere già presenti in almeno uno dei consigli regionali
del Paese (che è suddiviso in 85 regioni, o “soggetti della Federazione”). In
assenza di tali due condizioni, è possibile presentarsi ugualmente, ma occorre
raccogliere 200.000 firme (gli elettori sono poco meno di 112 milioni, quindi
meno dello 0,2%). Si sono quindi presentati 22 Partiti.
Un’ulteriore importante
precisazione: nel 2016, si è tornati ad un sistema elettorale “misto”, metà dei
450 deputati vengono eletti col sistema proporzionale, e metà con quello
“monomandatario” (una sorta di maggioritario). Ebbene, di quei 22 Partiti, tre
si sono presentati con il solo monomandatario, ad uno non è stato consentito di
partecipare in quanto non presente in alcuno dei consigli regionali e quattro
non hanno raccolto il numero necessario di firme. Concludendo, nelle schede
elettorali del 18 settembre 2016 erano presenti 14 liste.
Per avere dei deputati anche
stavolta occorreva superare lo sbarramento del 5%; tuttavia, superando il 3%,
si accede ai rimborsi statali per la campagna elettorale. Sono stati eletti
quattro Partiti (in realtà sei, con i monomandatari), e nessuno degli altri
dieci ha raccolto un consenso sufficiente per ottenere detto rimborso.
Le elezioni si sono svolte in modo
del tutto regolare, contrariamente a quanto alludevano i media mainstream (che
in italiano dovrebbero chiamarsi “principali mezzi di comunicazione”) occidentali,
a meno che non si vogliano definire illegittime delle elezioni in cui solo in
nove seggi su 95.000 sono state registrate delle irregolarità e dove
conseguentemente sono state invalidate le elezioni (che ovviamente verranno
ripetute). Si tenga conto che, oltre a moltissime urne elettroniche (dove
quindi le schede vengono conteggiate e assegnate in tempo reale, per poi essere
verificate nuovamente a mano al termine delle consultazioni, e i due dati
debbono coincidere), i seggi sono muniti di webcam, che permettono a chiunque
(elettore o meno, in Russia o all’estero) di vedere comodamente a casa quel che
accade nel seggio in tempo reale, dall’inizio delle elezioni e fino al termine
dello spoglio.
Detto tutto ciò, possiamo invece
muovere alcune critiche circa gli esiti. Intanto, a causa del già citato
ritorno al sistema misto maggioritario-proporzionale, il Partito di
maggioranza, con il 54% delle preferenze, grazie ai monomandatari ha ottenuto
343 deputati su 450, cioè il 76%, passando quindi dalla maggioranza assoluta a
quella costituzionale. Certo, le prime dichiarazioni del presidente
(segretario) del Partito, Dmitrij Medvedev (l’attuale primo ministro del Paese),
cercano di essere rassicuranti: ascolteremo e collaboreremo con l’opposizione.
L’opposizione però
è ridotta al lumicino suo malgrado (13,34% ai comunisti, ma 9,33% dei deputati;
13,14% ai liberaldemocratici di Žirinovskij, 8,67% dei deputati; 6,22% ai
socialisti di Mironov, 5,11% dei deputati).
Si registra inoltre, già in
queste prime settimane, un’ingerenza esponenziale della chiesa ortodossa nella
vita pubblica, politica, sociale e culturale del Paese, persino nell’arte, soprattutto
nel campo dei diritti (aborto, divorzio), dell’istruzione (materie, libri di
testo) e della visibilità mediatica, nonostante che per legge la Russia sia un
Paese laico, multietnico e multiconfessionale (artt. 14, 19 e 28 della
Costituzione), in cui convivono senza problemi cristiani ortodossi (41%),
musulmani (7%), buddisti (1%) e persino atei (13%).
Una nota a margine riguarda i
comunisti. Resta un inquietante retrogusto per l’ammissione alle elezioni di un
sedicente “Partito dei comunisti della Russia”, il cui simbolo, rispetto a
quello del tradizionale PCFR, risulta identico, fatta eccezione che è rappresentato
da una falce e martello bianca su sfondo rosso, mentre per il PCFR, viceversa,
la falce e martello è rossa su sfondo bianco. Queste sedicenti “coalizioni
tecniche”, tecnicamente appunto, si chiamano “Partiti spoiler” (in Italia,
“Partiti civetta”), assieme ai vari “Partito Democratico”, “Partito Popolare”,
KPSS (come il PCUS, ma che vuol dire “Partito Comunista della Giustizia
Sociale”), “Posizione Civica”, “Unione dei Cittadini”, “Paese Natio” e “Partito
Social-Democratico”. Ebbene, il PCR ha preso il 2,27%, senza ottenere alcun
deputato, che altrimenti sarebbe andato ad aggiungersi al 13,34% del PCFR.
Adesso però dobbiamo analizzare l’affluenza
e i valori assoluti ottenuti dai Partiti in termini di voti.
Anno
Elettori
Votanti
%
1993
106.107.348
58.187.755
55%
1995
107.496.558
69.614.711
65%
1999
108.072.348
66.840.603
62%
2003
108.906.249
59.684.742
55%
2007
109.145.517
68.777.136
63%
2011
109.229.337
64.615.252
59%
2016
110.061.200
51.649.253
47%
Russia Unita
parla di vittoria schiacciante. Ha però votato il 47% degli elettori. Per
carità, E’ sempre un buon risultato rispetto al 43% dei Paesi membri dell’UE
alle ultime elezioni europee del 2014: Austria (46%), Bulgaria (35%),
Repubblica Ceca (19%), Cipro (44%), Croazia (25%), Estonia (36%), Finlandia
(41%), Francia (43%), Germania (48%), Inghilterra (36%), Lettonia (30%),
Lituania (45%), Olanda (37%), Polonia (23%), Portogallo (34%), Romania (32%),
Slovacchia (13%), Slovenia (21%), Spagna (46%), Svezia (49%), Ungheria (29%)
non hanno nulla da insegnare, per non parlare degli Stati Uniti, dove votano i
cosiddetti “grandi elettori” anziché il popolo e si arriva al 43%. Come che
sia, mi pare che in Russia ci sia poco da stare allegri: un calo netto di 13
milioni di votanti, nonostante gli elettori siano aumentati di un milione per
l’adesione della Crimea, è comunque un dato preoccupante.
Partito
2016
Patria
1,51%
Comrus
2,27%
PRPG
1,73%
RU
54,20%
Verdi
0,76%
P.Civica
0,22%
PLDR
13,14%
Parnas
0,73%
Crescita
1,29%
F.Civica
0,14%
Mela
1,99%
PCFR
13,34%
Patrioti
0,59%
RG
6,22%
E’ vero: in
percentuale, Russia Unita ha guadagnato il 5%. Tuttavia, proprio per il citato
calo dell’affluenza, essa ha perso quattro milioni di voti. Ha semplicemente
perso meno degli altri.
Partito
2011
2016
RU
32.371.737
28.527.828
PLDR
7.664.516
6.917.063
Crescita
392.727
679.030
Mela
2.252.327
1.051.335
PCFR
12.599.420
7.019.752
Patrioti
639.067
310.015
RG
8.695.458
3.275.053
Questo non
riguarda affatto la popolarità di Putin come presidente: la sua popolarità era
e resta di gran lunga superiore a quella del suo Partito. Tuttavia, è
innegabile che, con percentuali del genere, Russia Unita abbia la forte
tentazione di persistere nel suo essere Partito contenitore onnicomprensivo dal
piglio decisionista.